![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZyXnuBpxHoyuexbnf1wYQJT1LDLQI3g6b43s8u7eojLGSXxxO425P5tq2vJef2oUe7c7KdPrfjGl9RZ9yx4a39Bgubgh19ESNi__FVXYbXVSbdACdhd-wbH5v8_pG3U6_Q9C-Lc-j/s400/037q05b1.jpg)
“10 discos para sobreviver aos Festivais”, de Giuseppe Fiorentino e Gaetano Vallini
Un piccolo prontuario di resistenza musicale potrebbe essere utile in questo periodo dell'anno in cui ai rigori e alle brume stagionali rischia di aggiungersi una marea crescente di canzoni festivaliere.
Una marea che si preannuncia particolarmente perniciosa - ma siamo pronti a ricrederci - per la presenza di principi e allenatori di calcio.
Bisogna prepararsi: l'onda canora, invece di sommergere a mo' di castigo le isole frequentate da ex famosi restii alla rassegnazione, inonderà implacabile l'etere fino alla prossima estate.
Per non restare completamente travolti e per ricordare che un'alternativa esiste - anche se in questo costante stato d'assedio è sempre più difficile individuarla - il nostro modesto prontuario può indicare la strada delle buona musica.
1. “Revolver” - Beatles
2. “The Dark Side of the Moon” - Pink Floyd
3. “(What's the Story) Morning Glory?” - Oasis
4. “Thriller” - Michael Jackson
5. “Achtung Baby” - U2
6. “Rumours” - Fleetwood Mac
7. “The Nightfly” - Donald Fagen
8. “Supernatural” - Santana
9. “Graceland” - Paul Simon
10. “If I Could Only Remember My Name” - David Crosby